Saluto del presidente del Consiglio regionale, Folino alla manifestazione in ricordo del Cardinale Lorenzo Brancati a 400 anni dalla nascita
- Dettagli
- 15 Aprile 2012
Rivolgo a nome del Consiglio regionale della Basilicata, un caloroso indirizzo di saluto a Sua Eminenza Reverendissima Cardinale Giovanni Battista Re, che ci onora della Sua presenza per questa manifestazione che ricorda i 400 anni dalla nascita del cardinale Lorenzo Brancati.
Saluto Sua Eccellenza Mons. Francesco Nolé, Vescovo della Diocesi di Tursi e Lagonegro, e le autorità civili, religiose e militari presenti.
Saluto il Parroco di S. Giacomo Apostolo Maggiore, Don Franco Alagia, la comunità di Lauria e la comunità di Copertino.
Da questo lembo di terra che oggi consideriamo la "porta sud occidentale" della Basilicata, dove in pochi chilometri si raggruppano le coste di Maratea, le montagne del Sirino, i Comuni della Valle del Noce con la loro storia e le loro tradizioni millenarie, partì molti anni fa Lorenzo Brancati, il religioso di Lauria che fu teologo di grande rilievo, fino a sfiorare il soglio pontificio. La sua amicizia con fra Giuseppe da Copertino lo portò a ad avviare il processo di beatificazione del santo, che come è noto presenta significative analogie con il nostro San Gerardo Maiella, protettore della Basilicata, la cui immagine mi onoro di aver portato in dono al Santo Padre durante l'udienza alla Basilicata del 17 novembre 2010 per il trentesimo anniversario del terremoto del 1980.
Con i suoi scritti il Cardinale Brancati, figlio di questa terra che ha offerto un contributo assai significativo al mondo religioso ed ecclesiale, come in tempi più recenti testimonia l'esperienza del Beato Domenico Lentini, insegnò a vivere con sacrificio l'esistenza umana, rappresentando così anche quelle virtù (l'abitudine al sacrificio, la dedizione al lavoro) che il nostro popolo si tramanda da generazioni. Perché la Basilicata è stata ed è un luogo di forti sentimenti religiosi, dove si sviluppato un rapporto complesso e a tratti difficile fra uomo e natura, ma dove è stato sempre forte il rapporto con la fede, che è uno degli elementi fondanti della nostra civiltà.
La vicenda umana di questo prelato contiene anche un messaggio di fiducia e di speranza, che in un periodo di crisi come quello attuale è importante saper cogliere. Ci riporta alla storia dell'emigrazione, che, a volte per scelta e a volte per necessità, è stata la storia di tanti lucani. E ci dice che la storia non si ferma, come non si sono fermati tanti lucani che sono andati nel mondo. Ci indica la strada della fiducia nelle nostre capacità, nella voglia di stare insieme, di coltivare la virtù principale del popolo lucano, che è la sua coesione sociale. Ci chiede cioè di essere uniti e solidali, nella consapevolezza che la felicità ogni persona sta anche nella qualità della vita di una comunità, di una società in cui ad ognuno deve essere concessa una opportunità, e nessuno deve essere lasciato indietro.
Con questo spirito, fra qualche giorno mi recherò a fare visita ai nostri corregionali che vivono in America Latina, una realtà che il Cardinale Re conosce molto bene. Proprio lì, in un continente che ha conosciuto anni fa una situazione di grave crisi e che oggi sta uscendo faticosamente dalle difficoltà, esistono diverse comunità di lucani (fra queste un pensiero affettuoso rivolgo alla comunità lauriota di Montevideo) nei confronti delle quali abbiamo mantenuto un legame di mutuo aiuto, e con le quali intendiamo rinnovare un rapporto di solidarietà, certi di interpretare quel legame profondo che unisce i lucani e le tante Basilicate presenti nel mondo. Lo spirito di sacrificio, il rigore morale e intellettuale del Cardinale Lorenzo Brancati ci sono di esempio e ci accompagnano verso il futuro.