Il Consiglio regionale della Basilicata si avvia alla pausa estiva dopo tre sedute lunghe ed intense dedicate all’approvazione dell’assestamento di bilancio.L’Assemblea ha svolto i propri lavori con serenità e rigore, nel rispetto delle posizioni di tutti e della stessa opposizione e senza alcuna forzatura, men che meno di carattere regolamentare. Qua e là è affiorato qualche nervosismo, forse dovuto all’intenso lavoro che svolge chi ha le maggiori responsabilità istituzionali. 

Da molti anni, così come accade anche in Parlamento, la legge di assestamento del bilancio diventa una sorta di “treno” al quale agganciare vagoni di diversa specie e forma, una prassi da superare perché finisce per comprimere le funzioni legislativelimitandone l’ampiezza ed il carattere generale che oggi è ancor più indispensabile.Se a questo si aggiungono le ridotte dimensioni demografiche della Basilicata ed il forte reticolo di relazioni politiche e sociali che è tipico della nostra realtà, risulta spesso inevitabile (a torto o a ragione) leggere in questa o quella norma una eccessiva specificità.

 In questo contesto anche io, così come molti consiglieri, in qualche occasione ho votato in maniera differente dal mio gruppo di appartenenza, o, per evitare ciò, ho rispettato con grandi perplessità il volere del gruppo del Pd. Non penso ci sia niente di grave o di irreparabile nella espressione di dissensi o nel sottolineare propriconvincimenti. La dialettica politica tra me ed il Presidente De Filippo continua asvilupparsi dentro le complicate regole della politica: per quanto mi riguardarappresento pensieri, opinioni e posizioni che talvolta sono il frutto anche di travagliate riflessioni sulla realtà della Basilicata, ciò in ossequio ai miei elettori e soprattutto alle persone con la quali mi confronto più frequentemente, che, come è noto, anche in caso di conflitti seri come è accaduto nel 2008, non vanno “ai materassi” (per citare una metafora cine - letteraria cara al direttore di questo giornale) ma si esprimono a viso aperto nelle piazze e nei tanti luoghi della società lucana dove ancora, fortunatamente, avviene il confronto politico e culturale.

 La stampa fa il proprio mestiere anche quando colora eccessivamente gli accadimenti; gli esponenti politici hanno il dovere di esporre e precisare il proprio pensiero, le proprie posizioni. Per parte mia cerco di farlo anche questa volta, esponendo i miei dubbi e proponendo alcune considerazioni.

 La relazione del presidente De Filippo alla legge di assestamento al bilancio di previsione 2012, nella sua parte politica, si presta a valutazioni non indifferenti rispetto al contesto nazionale, nel quale sono tutt’ora presenti pulsioni antimeridionaliste e antiregionaliste ed una propensione ai tagli lineari che potrebbero mettere in discussione la esistenza stessa di questa Regione. Non condivido l’approccio presuntamente “liberale” che prende a riferimento la quantità della spesa pubblica della Basilicata (sia quella destinata alla spesa corrente chequella per gli investimenti) confrontandola con la media della spesa delle altreRegioni. Così infatti si finisce per “portare acqua al mulino leghista” poiché è del tutto evidente che per Regioni con scarsa densità abitativa e condizioni orografichedifficili, con deficit infrastrutturali antichi e nuovi e con deficit di sviluppo, per portare avanti processi di sviluppo ed evitare una forte recessione, che sarebbe fonte di un arretramento pauroso delle condizioni economiche e sociali, è assolutamente necessaria una quantità di spesa pubblica superiore alla media delle altre Regioni ed alla stessa media pro-capite. E questo vale anche per le spese correnti, poiché i servizi pubblici essenziali (dai trasporti, ai rifiuti, alla sanità, ecc.) nelle nostre condizioni hanno costi oggettivamente più elevati.

 Da qui la necessità di operare con costi standard equi ed adeguati; da qui la considerazione che il problema non riguarda tanto la “quantità” ma la “qualità” della spesa e quindi l’efficacia delle politiche pubbliche.

 La stessa considerazione, giusta, che è necessaria una maggiore crescita delle attività economiche private e del mercato, rende evidente che ciò non può avvenire con minore spesa. E del resto una maggiore crescita del mercato che non è avvenuta (nella quantità necessaria) neanche in tempi migliori anche per effetto dell’eccessivo peso burocratico della pubblica amministrazione.

 Tuttavia a questi squilli di tromba “liberali” non corrispondono scelte e fatti necessari a conseguire gli obiettivi declamati. Sono molti anni che si attendono, per esempio,riforme della governance in agricoltura, vi sono scelte travagliate e talvolta contraddittorie sulla governance locale come la vicenda delle Comunità locali / Aree programma, non si procede ad una riorganizzazione delle funzioni della stessa macchina amministrativa della Regione.

Comprendo le difficoltà del centrosinistra e del Pd, e tuttavia bisogna uscire dall’angolo ed affrontare con forza e determinazione le questioni, individuare soluzioni efficaci e discuterle democraticamente chiamando a responsabilità tutti nella certezza che i soggetti sociali come sempre daranno il proprio contributo.

In questa legge di assestamento ho votato sì alla norma sulla ricerca e le estrazioni petrolifere che ha incontrato tanto favore sui giornali e nella pubblica opinione. Ma l’ho fatto con grandi perplessità che sento il dovere di rendere pubbliche sapendo di andare controcorrente e rischiare qualche fraintendimento.  

Sulla base di un orientamento del Governo regionale, emerso peraltro più volte dai dibattiti in Consiglio regionale, ribadito oggi nella norma e senz’altro condivisibile,lo stesso Governo regionale avrebbe potuto e potrebbe tuttora non concedere l’intesa nei singoli procedimenti riguardanti la ricerca, le prospezioni e le estrazioni petrolifere, affrontando questo tema nelle interlocuzioni con il Governo nazionale, anche con il cosiddetto “Memorandum”.  Qualcuno potrebbe dire che la normaapprovata ieri rafforza questo orientamento. Altri potrebbero pensare che questa norma consolida troppo gli interessi delle compagnie proprietarie dei titoli minerari in essere.

L’interrogativo più grande riguarda però proprio l’opportunità di adottare una norma generale e indifferenziata che potrebbe essere sottoposta dal Governo al controllo di legittimità con il risultato, nel malaugurato caso di bocciatura, di dare ragione a coloro che in Consiglio e sulla stampa hanno sottolineato il carattere essenzialmente comunicativo del provvedimento, e  soprattutto rischiando di produrre una specie di“Scanzano alla rovescia”.

I due temi accennati, di grande importanza politica ed istituzionale, sono stati trattati nella recente conferenza programmatica del Pd alla presenza di Bersani con posizioni e visioni simili sia dal sottoscritto che dal presidente De Filippo oltre che da altri esponenti del Pd e sono pertanto materia da sottrarre alla pur legittima dialetticarelativa a posizionamenti personali, ancor più nell’approssimarsi delle scadenze elettorali. Le aspirazioni politiche ed elettorali di ognuno sono legittime ma vengono dopo gli interessi fondamentali della nostra comunità e della nostra Regione. Sono certo che sia io che il presidente De Filippo continueremo a rispettare questa regola aurea.

 Vincenzo Folino

Presidente del Consiglio regionale della Basilicata

 

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