GRAZIE A TUTTI COLORO CHE HANNO RESO OMAGGIO AD ANTONIO. TESTO DELLA COMMEMORAZIONE
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- 09 Dicembre 2015
COMMEMORAZIONE DI ANTONIO LUONGO
Caro Antonio,
siamo in tanti qui per portarti l'ultimo saluto! In un'atmosfera surreale e densa di incredulità!
Sembra un sogno, uno di quei tanti pezzi teatrali recitati insieme per voglia o necessità, ma non lo è perché tu se sei lì freddo, immobile in quella bara e io qui per volere dei compagni e degli amici per commemorarti, in verità per esprimere solennemente il dolore per una separazione ingiusta e inaccettabile fra te e tutti noi. Le parole di Don Vito Telesca sono state molto belle e di ciò lo ringrazio.
Ieri il flusso ininterrotto di tanta gente, di ogni fede politica, di ogni angolo della Basilicata, gli abbracci e i volti segnati dalle lacrime di tante compagne, compagni e amici mi hanno restituito, come in un film, molti pezzi della nostra storia, della tua storia, che oggi voglio riassumere nei tratti essenziali considerato che in queste ore sui giornali, sui social media tante cose sono state dette e la tua altissima figura politica emerge da tutte le dichiarazioni a cominciare da quelle dei dirigenti di livello nazionale di ieri e di oggi.
Quante volte ci siamo raccontati che il nostro amore spassionato e disinteressato per la politica è derivato da una vita svolta tra contrade e strade del mio piccolo paese per me e tra i marciapiedi di Potenza per te, vissuti in un'adolescenza segnata dal dramma della scomparsa di tuo padre e nel farti carico della tua famiglia e dei tuoi fratelli Alessandro e Luigi, e quanti aneddoti sulle tue gesta ci hanno fatto ridere di gusto.
È lì tra i tuoi coetanei di Potenza che la tua intelligenza si è unita al tuo buon cuore, è lì che si è sviluppata la tua creatività e la capacità di comprensione di tutti e di ciascuno! È lì in quegli anni '70, gli anni del liceo che inizia la tua lunga militanza politica nella Sinistra, con il PDUP prima, con la FGCI poi negli anni '80 a Potenza con Piero Di Siena segretario del PCI e poi a Roma dove nel 1985 guidasti il movimento studentesco alla Sapienza e dove con la tua lucidità politica lasciasti un segno nei rapporti con Zingaretti, Folena e Cuperlo.
In quegli anni la nostra conoscenza e frequentazione era sporadica, avevo come formatori Silvano Micele e Gino Grezzi, scomparso pochi giorni fa, e facevo il cosiddetto responsabile di zona. Poi nel 1987, dopo le elezioni politiche, si aprì nel PCI di Basilicata un nuovo ciclo politico e dopo l'arrivo (come da prassi e tradizione) da Napoli di Claudio Velardi e Maurizio Vinci, furono inseriti nelle tre segreterie alcuni giovani tra cui io.
Purtroppo quel ciclo si avviò caratterizzato da due tragedie: la scomparsa di Franco Acquasanta prima e di Michele Caggiano qualche mese dopo, entrambi molto giovani.
È così io, te, Antonio Isoldi e altri compagni iniziammo un percorso con qualche paura, qualche scaramanzia ma con rinnovata fiducia e giovanile ottimismo. Nel giro di qualche anno gli avvenimenti della politica ci avrebbero sottoposto a dure prove. Il carro armato di Pechino (come non ricordare quei primi di giugno sul Palco con Giorgio Napolitano alle elezioni europee dell' 89), poi la caduta del Muro, la svolta della
Bolognina, il risultato negativo delle elezioni regionali del 1990 con gravi riflessi sulla tenuta stessa del PCI lucano, la travagliata nascita del PDS con relativa scissione (come non ricordare quel tuo viaggio in macchina da Bologna a Roma con Massimo D'Alema dopo le drammatiche lacrime di Occhetto non rieletto al congresso di Rimini) ed infine la tua elezione a segretario regionale del PDS dopo Velardi, Curcio e la reggenza di Gianni Rondinone in una faticosa transizione interna a cavallo delle elezioni politiche del ‘92 che pure segnarono un percorso di cambiamento per noi.
Anni difficili quelli tra il '92 e il '94 per il Paese e per il PDS lucano, sempre più in difficoltà anche economiche pur con il grande lavoro di Giannino Marolda, ci trovammo senza nemmeno il riscaldamento, si stava con i giubbotti addosso nella storica sede di via Mazzini. Tutto sembrava finire, poi però tutto si scombussolava ed allora la tua intelligenza politica prese forza e vigore e mentre in altre regioni meridionali il PDS veniva cooptato nelle Giunte Regionali, in Basilicata, terra a forte connotazione Democratico Cristiana, non si aderì ad un percorso di inevitabile subalternità al blocco dominante, divenendo nel contempo riferimento per quei settori del PSI e del PSDI che nella crisi dei loro partiti intuivano quel tempo nuovo della politica che poi si concretizzò in Basilicata con la vittoria dei "progressisti" mentre il Paese svoltava destra.
L'amaro della sconfitta (da me e da te ritenuta inevitabile) della cosiddetta “gioiosa macchina da guerra” e il dolce di una vittoria strepitosa anche a Potenza con Magda e Silvano. Una gioia la nostra, molto sobria, smaltita davanti a un cappuccino al Gran Caffè alle sei di mattina con una rapida intesa: nessuna arroganza, nessuna subalternità, da oggi lavoriamo a costruire con gli sconfitti di questa notte il nuovo Centrosinistra, consapevoli della storia politica della nostra terra, senza velleità, con quel realismo politico che tu più di tutti mostravi e che si rivelò essenziale per la storia politica recente di questa Regione.
Come non ricordare la tua lucidità e determinazione nella costruzione del Centrosinistra nel '95 con il compianto presidente Di Nardo, senza traumi e rotture con il gruppo dirigente della DC di Emilio Colombo, guidato da Peppino Molinari, bensì con una intesa tra galantuomini che fu poi totalmente rispettata. Come non ricordare anche l'allegria e la goliardia che ci prendeva in quelle nottate caotiche con imprevedibili alleati!
Una vittoria su tutti i fronti: la città capoluogo con Mimmo Potenza, le due Province con Mimì Salvatore ed Angelo Tataranno, tanti comuni, la regione! Uno spirito nuovo, la voglia di cambiare, rafforzare e tenere unita la Basilicata con Filippo Bubbico, Rocco Colangelo, Salvatore Adduce, Giovanni Bulfaro, Sabino Altobello, Angelo Minieri, Maria Antezza, Mimmo Maroscia, Rocco Viglioglia, Rocco Vita, Gianni Pittella e tutti gli altri che per ragioni di brevità non cito. Quello spirito nuovo che ci portò l'anno dopo alla vittoria dell'Ulivo in Italia e in Basilicata.
Luongo vittorioso, nuovo leader incontrastato del Centrosinistra lucano: mai prepotente, mai arrogante, sempre dialogante dentro e fuori il Partito e la coalizione e con la stessa opposizione. Anni tra il '95 e il 2000 durante i quali si mettono in campo idee, progetti, modalità di governo democratico e partecipativo
con gli Enti locali ed infine una certa entropia con la presenza di piccoli partiti e movimenti ad assetto variabile. Antonio li governa tutti. Chi amministra può lavorare serenamente perché tu usi la pazienza e l'intelligenza per trattare con tutti e risolvere i problemi non solo politici, come non ricordare quella tua solita goliardia geniale quando a fronte di innumerevoli richieste di inviti per il Congresso del PDS nel '97 al palazzetto dello sport di Roma, facesti stampare biglietti apocrifi che donammo oltre ai Lucani a compagni di ogni parte d'Italia, che a dispetto delle rigidità burocratiche poterono assistere a quel difficile Congresso. Ci furono tutti grati e così diventasti un mito e a volte un oracolo quando con semplicità spiegavi quel che stava per accadere anche a dirigenti nazionali di provata esperienza.
Poi la nascita dei DS e il lungo lavorio con tutte le componenti politiche e dopo 7 anni di segreteria regionale, come ha scritto Claudio ti spedimmo a forza in Parlamento. Lo meritavi! e ancora oggi alla Camera dei Deputati ti ricordano con stima ed affetto per tua intelligenza fervida, per il tuo essere eretico, scanzonato e non prendersi mai troppo sul serio.
Come non ricordare il Congresso di Grumento nel '99, segnato da forti pulsioni politiche interne. Da lì lanciammo la candidatura di Filippo alla Presidenza della Regione, un passaggio delicato, effettuato senza traumi grazie alla tessitura e al lavoro svolto con grande pazienza e determinazione sotto la tua autorevole guida. Le elezioni del 2000: un trionfo in Basilicata, non altrettanto nel resto d' Italia e la nostra amarezza per le dimissioni di Massimo D'Alema. Pure in quegli anni le valutazione erano coincidenti e le scelte tra me e te condivise, anche se talvolta per opportunità politica non lo facevamo apparire.
Ci saranno tempi e modi per fare analisi e considerazioni, per valutare nel merito le trasformazioni, le criticità, gli errori che abbiamo compiuto e le cause della perdita di smalto del Centrosinistra lucano. Ma il conto salato che tu hai pagato era e rimane ingiusto. Sei stato oggetto e destinatario di inchieste della Procura di Potenza con ipotesi accusatorie rivelatesi infondate e ingiuste, ricordo bene quanto hai sofferto, ma mai ti sei sottratto, mai hai reagito contro la magistratura, consapevole dell'etica della responsabilità consentisti a me, segretario regionale (succeduto a Carlo Petrone), ed al Partito tutto, di difenderti sul piano politico, senza mettere la testa sotto la sabbia, così come facemmo con Luciano Violante al Motel Park. Era, ironia della sorte, il 7 dicembre del 2004.
Ma non solo la classe dirigente del centrosinistra ha continuato ad avere fiducia ed affidarsi a te, lo hanno fatto anche gli elettori che ti hanno rieletto al Parlamento nel 2001, nel 2006, nel 2008. Come non ricordare quella bella foto di fine novembre 2003, sotto il tabellone della Camera, insieme ai deputati non solo lucani, con quel cartello "Vittoria" che certificava una delle poche, se non l'unica sconfitta negli anni ruggenti di Berlusconi, proprio qui in Basilicata sul sito unico per le scorie nucleari a Scanzano!
Caro Antonio è una storia molto lunga e rischiamo di annoiare le persone, ma come non ricordare il tuo lavoro nel passaggio del 2005 quando gli amici popolari facevano della questione della Presidenza della Regione una ragione esistenziale quasi etnica, quella mediazione con Margiotta, Restaino e gli altri, con l’ elezione di Vito De Filippo a Presidente della Regione, consentì poi, di far avviare il nuovo partito, il PD,
senza traumi con la buona affermazione di Piero Lacorazza, così come la tua mediazione portò nel 2009 alla elezione di Roberto Speranza dopo primarie come al solito divisive.
Poi, come sempre accade in politica le difficoltà crescenti e le amarezze si accavallano, nuovi e caotici mutamenti avanzano e ancora una volta hai pagato un prezzo eccessivo ed ingiusto con la esclusione dalle liste per il Parlamento nel 2013, dopo essere stato indicato democraticamente con le primarie dai cittadini della provincia di Potenza e da galantuomo e gran signore quale sei stato, hai accettato e collaborato senza una sola parola di reazione. So quanto hai sofferto ma anche con quanta lucidità e disinteresse hai vissuto questi anni, al punto tale da sentire come tuo dovere di offrirti con spirito di servizio per le elezioni primarie a segretario regionale di quel PD che abbiamo contribuito a fondare non senza perplessità, e a servirlo con lo stesso senso di appartenenza anche quando abbiamo deciso di rimanere coerenti con la nostra storia, pur conoscendone gli errori e sapendo di perdere, con il sentimento di rispettare chi avrebbe vinto, esattamente come abbiamo fatto con il segretario Matteo Renzi ora presidente del Consiglio che oggi ti onora della sua presenza e al quale rivolgo a nome mio e di tutti voi un saluto di deferenza e gratitudine, così come lo rivolgo a tutte le autorità presenti e al vice-segretario del PD Lorenzo Guerini.
Caro Antonio,
abbiamo gestito insieme da ultimo, con attenzione, il delicato passaggio che ha portato alla elezione a Presidente di Marcello Pittella e infine la tua rielezione a segretario regionale e tuttavia le cronache politiche di questo ultimo anno e mezzo non rendono giustizia né a te, né a nessuno di noi, ma non offuscano minimamente il ruolo e la straordinaria importanza della tua vita, della tua militanza politica, delle tue alte qualità nella direzione politica. Hai continuato nella coerenza della tua visione politica a ritenere centrale il governo delle classi dirigenti e dei loro destini.
Non posso che esprimere rispetto per le tue posizioni, come tu sempre hai fatto con le mie, sia quando non eravamo d'accordo sia quando ci siamo trovati in questi mesi a condividere una consensuale separazione di percorso e posizionamento politico. Ci siamo detti che i tanti e nuovi mutamenti sembravano indicare ad entrambi la necessità di non recitare la nostra antica consolidata parte sullo stesso palcoscenico, come abbiamo fatto in circa trent'anni, ma da palchi differenti. Tu sul palco del teatro “principale” io nel “ridotto”, d'altra parte ci sono abituato, mai avrei pensato però a questa separazione così tragica e dolorosa.
Mi hanno raccontato che qualche sera fa a Pignola nel circolo del PD, alla presenza di un po' di giovani, ti sei commosso ed hai pianto. Forse perché all'amarezza di questi mesi hai contrapposto la speranza che nuove leve ci sono e hanno bisogno di essere formate ed io penso che questa speranza non andrà delusa né per te né per me, che come allenatore seppur di altra piccola squadra potrò dare qualche suggerimento al posto tu, se richiesto. Prendiamo questo come testamento politico, come ultimo messaggio per chiedere a tutti di continuare nel tuo solco, nel tuo esempio.
Certo mancherai molto a tante persone e soprattutto a quelli che a Chianchetta collaboravano con te, li voglio ringraziare tutti per averti fatto compagnia anche in mia assenza e per tutti ringrazio Giovanni Petruzzi, il tuo fido Sancho Panza, così come ringrazio Egidio Comodo e gli amici comuni che ci hanno accompagnato in questi anni ed anche in questi giorni con senso di amicizia e abnegazione.
Caro Antonio,
hai sempre tenuto distinta la sfera pubblica da quella privata, ma oggi è impossibile: ad Antonio junior, a Giancarlo, a Ida, agli altri tuoi cugini, ai tuoi zii, ai tuoi suoceri, ai tuoi fratelli Luigi ed Alessandro, alla tua amata madre, noi amici che ti abbiamo conosciuto e frequentato consegniamo il ricordo di un uomo legatissimo alla famiglia, un uomo molto generoso che ha sempre pensato agli altri e poco a se stesso e che con la solita testardaggine ha deciso di morire allontanandosi da casa come facevano gli indiani.
Alle tue amatissime Lilli e Marzia le nostre parole non basteranno mai. Loro sanno più di tutti noi che sei stato un marito, un padre attento, un uomo colto, galante, raffinato, sensibile, gentile ...e non bastano nemmeno le parole che ripeto io per te: siate orgogliose, siate forti!
Caro Antonio
ci siamo sempre detti che bisognava impegnarsi per il progresso, per l'uguaglianza, la civiltà, per la politica durante questo breve viaggio che è la vita e farlo con intensità totalizzante, perché dopo non ci sarebbe stato per noi altro tempo o nuovi incontri.
Non lo so se mai ci rincontreremo, so però che è valsa la pena di esserci incontrati di aver vissuto con tanti amici e compagni che sono qui, una stagione irripetibile, un percorso fatto di valori, di idee e di aver contribuito seppure in piccolissima parte, con umiltà e passione politica, al progresso della nostra terra e della nostra società
Tra la tua passione per il Rock e quella mia per il Folk, oggi facciamo l'ultima mediazione convergendo su Guccini: "voglio però ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi, voglio pensare che ancora mi ascolti e come allora sorridi e come allora sorridi"
È stato divertente, è stato bello! Addio Amico mio!
Addio fratello!
Potenza, 9/12/2015