Il Quotidiano della Basilicata. Esclusiva intervista di Paride Leporace sulla terza transizione repubblicana lucana
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- 11 Dicembre 2012
Il direttore de "il Quotidiano della Basilicata", Paride Leporace, intervista Vincenzo Folino.
Presidente Folino, siamo ad un punto di svolta nel Paese e in Basilicata. Il governo Monti è caduto e per la Regione si profila la sua terza stagione repubblicana. La transizione sarà governata come accadde nel 1994?
"Nel '94 il principale partito della regione, la Dc, offrì una discreta prova di resistenza nonostante la forte crisi che quel partito attraversava a livello nazionale. Al contrario, oggi, il Pd sta uscendo da una crisi politica e di progetto e si candida a guidare il cambiamento dell'Italia. Quindi, semmai, il problema del Pd lucano è quello di essere fino in fondo protagonista di questa fase di cambiamento, innanzitutto rafforzando i rapporti con la politica nazionale. Tuttavia è anche necessario riqualificare e rilanciare la sua funzione in Basilicata"
Come?
"I risultati delle primarie in Basilicata ci dicono che siamo in tempo per limitare la disaffezione e recuperare la fiducia dei cittadini nella politica. I voti a Renzi non vanno valutati solo numericamente, perché in quei voti c'è un segnale d'incoraggiamento in direzione di un rinnovamento (di politiche, di metodi, di persone) che in Basilicata è già stato molto forte, ma deve proseguire in maniera più netta. Quel consenso è anche un segnale di riavvicinamento di realtà politiche significative che si erano trovate in dissenso con la politica locale del Pd. Per tornare alla domanda, con un partito più contendibile e aperto al confronto e alla partecipazione servono l'assunzione di responsabilità e la coerenza di tutti, per superare il trasformismo che ha caratterizzato il centrosinistra, e in particolare l'Unione, e quella logica individualistica che in molti casi ha fatto prevalere l'interesse dei singoli a scapito degli interessi e dei bisogni collettivi, minando alla base la funzione dei partiti come strumento di partecipazione democratica per il raggiungimento del bene comune".
Traduco e intravedo una politica di cooptazione delle istanze renziane, guarda caso molto care a tanta destra...
"No. Siamo all'inizio di una fase inedita. Bersani deve rafforzare il progetto di governo per il cambiamento ricercando il consenso e se necessario anche la mediazione, ma su un programma chiaro, aprendosi a forze economiche e sociali che stanno anche oltre gli attuali confini del centrosinistra. Non servono duopoli né a Roma né a Potenza, tantomeno una stagione neocorrentizia, ma urge un percorso limpido e rigoroso per la selezione delle classi dirigenti".
Lo slogan purtroppo è usurato ma attuale. Le idee camminano sulle gambe delle donne e degli uomini. Come avverrà questa selezione? Primarie aperte per tutti?
"Non tocca a me decidere ma se resta il Porcellum le primarie per la scelta dei candidati al Parlamento sono ineludibili per ridare la parola in questo caso ai nostri elettori".
Quindi Folino si candida alle primarie?
"Non è detto. Intanto non ho mai deciso da solo (tranne le dimissioni di assessore) e comunque sono gli altri a dover dire se mi vogliono affidare un mandato a rappresentarli. Poi, certo, sarà il destinatario dell'eventuale richiesta a decidere se si ritiene in grado di poter svolgere questo ruolo rispetto alla sfida del momento. La mia opinione è che le primarie sono un metodo democratico giusto e necessario, ma non prescindono dal governo del contesto politico e i risultati sono sempre determinati dal confronto reale che vivono le comunità e i territori. In questo senso è sempre auspicabile la ricerca di un equilibrio tra sensibilità politica, territori, rappresentanza di genere e generazionale, tale che possa garantire con le scelte di oggi quel processo di rinnovamento iniziato ieri e che deve ancor più proseguire domani".
Non teme che in Basilicata una campagna per le primarie di questo tipo possa creare un clima troppo acceso e belluino tra uscenti e aspiranti al Parlamento?
"Penso di no, tante volte il gruppo dirigente del Pd ha dimostrato di reggere il confronto al proprio interno e nei rapporti con le altre forze politiche e l'opinione pubblica. Nelle ultime primarie oltre a Sel hanno dato un contributo i socialisti, i popolari uniti, pezzi del Mpa e penso che il Pd lucano saprà tenerne conto nel riorganizzare regole e campo di gioco".
Ma lei pensa, se è nei suoi pensieri, che anche il governatore in carica della Basilicata possa partecipare a primarie aperte per il Parlamento? Le chiedo questo perché questa eventualità aprirebbe ulteriori consultazioni che riguarderebbero la Regione
"Candidarsi è un diritto di tutti. Vito De Filippo, oltre ad essere presidente di questa Regione, ha maturato una grande esperienza e sviluppato relazioni come vice presidente della Conferenza delle Regioni; è un dirigente di primo piano meridionale e nazionale del Pd ed è certamente in grado di valutare più di ogni altro, insieme al partito regionale e nazionale, le scelte da fare, il suo contributo al progetto di cambiamento del Paese e il ruolo da svolgere tanto nell'oggi quanto nel futuro".
E Roberto Speranza, diventato segretario regionale su sua intuizione, ed oggi come certifica la stampa nazionale uomo del quartier generale dell'aspirante premier Bersani che ruolo deve avere, secondo lei, in Italia e in Basilicata?
"In verità l'intuizione fu di Lacorazza e fu giusta. Roberto Speranza è l'altro dominus del Pd lucano insieme a De Filippo. Mi ha commosso vederlo a fianco di Pierluigi Bersani la sera della vittoria delle primarie. Non devo aggiungere nulla sulle sue qualità. Penso che abbia su di se una responsabilità ancora più grande, quella di governare l'equilibrio ed il rinnovamento del partito e della politica in Basilicata. Deve rafforzare il legame tra la piccola Basilicata e il partito nazionale. Anche lui, come De Filippo saprà scegliere bene per se e per il Pd".
Ma i programmi della piccola Basilicata quali sono? Sempre Partito-regione? Un territorio esposto alle spoliazioni e alla soppressione, tra Roma, Potenza e Bruxelles quali sono i punti nodali del suo partito?
"La fase che viviamo è la più difficile da quando è nata la Regione. Esiste una situazione economica e sociale molto pesante. Gli effetti della spending review colpiscono di più la Basilicata per effetto della rilevante ma necessaria spesa pubblica. Le questioni legate alle risorse naturali presentano criticità interne e grandi rischi, anche per i tentativi di revisione dell'articolo 117 della Costituzione. Penso sia necessario uno scatto di reni del centrosinistra lucano. Il Pd ed il gruppo consiliare regionale devono sostenere con forza il presidente De Filippo per dipanare la matassa ed affrontare positivamente le questioni aperte. Solo in questo modo il Pd può proseguire nel suo ruolo fondamentale. Serve ritrovare collaborazione e coesione tra i diversi livelli istituzionali, ed in particolare con i Comuni, che si trovano in difficoltà e con i sindaci che sono in prima linea sulla frontiera della resistenza democratica. In buona sostanza, bisogna rafforzare la partecipazione istituzionale e politica di tutti per far sì che anche in Basilicata il progetto di Bersani sia quello di un governo di popolo".
Tutto questo alternativo a chi e che cosa? Destra berlusconiana, moderati di buona volontà, grillismo parlamentare prossimo venturo, preti e candidati arancioni e movimenti civici di ogni sorta? Temete l'alternativa ò sarà la solita partita tutta chiusa nel vostro campo in Basilicata?
"E' certamente un bene che tutti misurino le proprie ambizioni con il corpo elettorale. Come ho detto prima,il Pd governerà la riarticolazione del proprio campo. Mi pare che ancora una volta lo scontro politico vero sia con la destra berlusconiana sia in termini di valori che di programma e anche di uomini, considerato che in Basilicata il Pdl ha un suo radicamento popolare e svolge la sua funzione di opposizione. Il movimento di Grillo lo vedremo alla prova del voto. Il tema della democrazia diretta o della maggiore partecipazione è sempre stato considerato da me attuale e di grande interesse. La bozza del nuovo Statuto della Regione appena depositata in prima Commissione consiliare da questo punto di vista è abbastanza innovativa".
Bene però mi trascura le minoranze attive che si affacciano sulla scena pubblica? La tattica le induce a non parlarne?
"Ma no, francamente mi sembrano anche nei colori 'frutta di stagione'; preferisco considerare, per merito e per storia, movimenti come quelli di 'No scorie', 'No Oil', la Ola, che da tempo esprimono la propria azione critica su molte questioni"
11 dicembre 2012