Un percorso di autonomia per la Basilicata. Il mio intervento all'inaugurazione della campagna elettorale a Potenza 6/02/18
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- 14 Febbraio 2018
il video del mio intervento all'iniziativa di presentazione dei candidati lucani di Liberi e Uguali alle elezioni politiche del prossimo 4 marzo
6 febbraio - auditorium del Seminario Minore Pontificio a Potenza
Potenza 6 febbraio 2018
L'INTERVENTO COMPLETO:
Care amiche e cari amici e compagni la vostra presenza è di grande incoraggiamento per tutti noi. Permettetemi innanzitutto di ringraziare Roberto Speranza, nella sua funzione di coordinatore nazionale di MDP, per aver voluto insieme a Piero Grasso, Fratoianni e Civati, candidarmi al Senato come capolista nella posizione eleggibile, non era scontato, considerata la mia storia politica, la mia indipendenza autonomistica, il mio essere contro-corrente e una voce talvolta fuori dal coro, e li voglio rassicurare, manterrò queste caratteristiche e unitamente alla mia passione continuerò a stare innanzitutto dalla parte della Basilicata.
Ringrazio tutti i candidati della lista di liberi e uguali al Senato per il prezioso contributo di idee e di consenso, innanzitutto Cristiana Coviello che nell’uninominale sarà una Davide contro Golia, i candidati effettivi e i candidati supplenti, eroi gloriosi contro un Rosatellum che merita davvero l’oscar della “ciutarria”.
Avrei voglia di parlare di agricoltura, di turismo, di politiche industriali, di piccole e medie imprese, di artigianato, di credito, di etica della politica, lo farò nei prossimi giorni, questa sera mi limito a trattare un punto centrale della vicenda lucana: quello delle risorse naturali e in particolare delle risorse petrolifere.
Devo partire, purtroppo con amarezza da tutto ciò che non è stato:
1- le estrazioni dovevano essere fonte di uno sviluppo tecnologico, industriale, di qualificata occupazione da parte dell’ENI, la più importante azienda pubblica del nostro paese, in un territorio italiano urbanizzato, e invece si sono rivelate drammaticamente inadeguate da molti punti di vista, dalla sicurezza degli impianti (pensiamo alle tante troppe fiammate al centro oli di Viggiano), alle reiniezioni di Costa Molina fino alla inqualificabile mancanza dei sottoserbatoi e della tardiva rilevazione della dispersione di idrocarburi.
2- l’impegno era di garantire la salute, tutelare l’ambiente, misurare e valutare la sostenibilità, mettere in atto sistemi di monitoraggio e di controllo nelle aree di estrazioni e in tutta la regione, costruire un distretto ad alto contenuto scientifico e tecnologico per l’osservazione della terra, la prevenzione e gli interventi di emergenza su tutti i rischi naturali ed artificiali, invece gli accordi non sono stati attuati e le azioni ripiegate su interessi di piccolo cabotaggio.
3- il programma operativo Val d’Agri è stato disatteso soprattutto nella parte relativa allo sviluppo, le Royalties che dovevano essere una carta aggiuntiva alle risorse dello stato e dell’Europa sono state usate in maniera sostitutiva, drogando la spesa pubblica e risultando distorsive della stessa etica pubblica.
4- si era partiti (così come sulle risorse idriche) da un percorso di federalismo solidale e condiviso con la intesa istituzionale di programma e i singoli accordi con lo Stato e le compagnie, scarsamente attuati in verità, e si è finiti con lo Sblocca Italia che ha dato mano libera alle compagnie e alle lobbies nazionali ed estere.
Devo dare atto pubblicamente a Roberto Speranza che grazie al suo impegno, nella rilevante funzione di Capogruppo alla Camera, riuscimmo a far assumere al Parlamento gli ordini del giorno in cui si ribadiva che le estrazioni erano limitate in quantità e per area alle sole concessioni esistenti, riuscimmo ad inserire il comma uno bis nell’articolo 38 che rimandava ad un piano delle aree da fare con le Regioni, previsione poi eliminata dal Governo approfittando delle proposte referendarie sul tema e ultimamente del tutto azzerata.
Ecco il punto di rottura insanabile con Renzi e i Pittella: i danni gravissimi arrecati con lo Sblocca Italia alla nostra regione e la beffa verso i Lucani con le battute sui quattro comitatini, sul quattro a zero e la irrisione ai tantissimi lucani che il 17 aprile 2016 erano andati a votare SI al referendum sulle trivelle, quel “Ciaone” che tanti elettori oggi rivolgeranno proprio a loro.
Noi oggi ribadiamo con forza che lo Stato ha dei debiti verso la Basilicata, dalle opere di viabilità previste dalla legge obiettivo e mai realizzate, alla pessima situazione infrastrutturale, alla scarsa accessibilità e mobilità, alla fragilità di un territorio accentuata da errori nelle opere, penso agli sbocchi e ai deflussi limitati dalla statale ionica, alle aree industriali abbandonate e alla bonifica dei siti inquinati di interesse nazionale come Tito e la Val Basento non ancora realizzata.
Lo Stato ha un grande debito verso la Basilicata e noi ci batteremo perché venga onorato.
Noi avanziamo all’attenzione dei lucani una proposta seria e realistica: la Lombardia e il Veneto hanno fatto un referendum (un po’ propagandistico in verità), l’Emilia Romagna più seriamente ha aperto un tavolo con il Governo nazionale per ridefinire l’esercizio delle funzioni sulla base dell’articolo 116 della Costituzione, noi pensiamo che la Basilicata deve intraprendere un percorso autonomistico in questo senso basato proprio sulla importanza strategica e fiscale delle risorse naturali a cominciare dalle estrazioni petrolifere, tutti sappiamo che il potere appartiene allo Stato, ma tale potere deve essere esercitato democraticamente e in maniera condivisa con le istituzioni regionali e locali, chiediamo che si torni ad una programmazione nello sfruttamento delle risorse petrolifere, nel rispetto del principio di precauzione, di utilizzo delle migliori pratiche, nel rispetto della salute e della tutela dell’ambiente con percorsi di alta qualità scientifica e tecnologica, con procedure trasparenti e di controllo democratico, chiediamo insomma di superare lo Sblocca Italia, chiediamo di azzerarlo in Basilicata e di procedere con una nuova intesa tra Stato e Regione limitando le estrazioni petrolifere nelle sole due concessioni esistenti nel rispetto dei principi indicati.
Ci batteremo per una intesa che riequilibri effettivamente la redistribuzione fiscale derivante dalla produzione di idrocarburi oltre alle Royalties attualmente previste e che tutte queste risorse siano aggiuntive e utilizzate per opere e funzioni strategiche in un raccordo con fondi Europei e fondi nazionali anche per poter assicurare un rilancio della università della Basilicata e una sostenibilità del sistema scolastico in una terra soggetta a forte spopolamento.
Noi facciamo appello a tutte le forze politiche in particolare quelle che si sono affacciate di recente sulla scena politica a batterci insieme per questo percorso istituzionale autonomistico nel rispetto della legalità e della Costituzione, e pensiamo che questo progetto sia anche la base, il pilastro di quella grande coalizione civica, progressista e ambientalista che proporremo nei prossimi mesi alla Basilicata.
Noi con le nostre storie, con la nostra credibilità qui e a Roma, con l’ampia rete di partecipazione che si sta mettendo in movimento in questi giorni possiamo farlo, dobbiamo farlo per assicurare un futuro a questa terra.
Concludo sul punto politico: noi possiamo farlo, non da soli, insieme agli altri, a coloro che vorranno,
ma non possiamo farlo con i trasformisti, quelli del gioco dei quattro cantoni, per i quali contano solo le poltrone e il potere.
quelli del Memorandum e della moratoria sul petrolio, lo dico senza alcun astio personale, con l’amarezza della sconfitta lo dico a De Filippo e a Viceconte, hanno fallito nella loro missione, hanno danneggiato la nostra terra ed ora sono appassionatamente insieme in questa campagna elettorale per conquistarsi il seggio alla Camera.
Non possiamo farlo con una forza politica che in questi mesi ha fatto pulizia etnica, ha emarginato le poche voci critiche che si sono distinte in quel partito, ha evitato la candidatura di personalità politiche che come noi hanno difeso la Basilicata sulle vicende ambientali e referendarie.
Ho grande rispetto per Gianni Pittella, una importante personalità politica con la quale ho fatto un tratto di strada, non molto lungo in verità, una persona di grande esperienza pensate che ha iniziato nel 1980, nelle istituzioni e ci sta da 37 anni (ha saltato un anno tra il 95 e il 96) e da circa 20 è nel Parlamento Europeo e gli auguro di diventare Senatore della Campania, come sapete Renzi gli ha dato lì il paracadute, ma il punto è che come la vicenda degli ultimi anni dimostra lui è il grande vecchio, lui ha mandato qui i suoi amici a fare gli assessori umiliando i lucani, lui ha dato occupazione ai suoi amici mandandoli a fare i direttori generali, salvo a toglierne qualcuno dopo le figurelle che tutti ricordiamo, lui è il punto di congiunzione con Renzi, con lui si assicura la continuità nell’asservimento di questa terra al potere nazionale, lui ha dimostrato di non essere credibile nella difesa della nostra Basilicata che fu invece difesa proprio nella vicenda del petrolio da Dinardo e Bubbico, da Coviello e Micele, da Boccia e Adduce, da Antonio Luongo e Peppino Molinari, questa Basilicata che tante volte fu difesa da Emilio Colombo e ora da Speranza è stata svenduta e abbandonata per incapacità e per interessi politici e di potere in questi 5 anni.
Questa Basilicata la dobbiamo salvare noi insieme ai Lucani, qui vogliamo vivere liberi, uguali, vogliamo vivere con dignità e fierezza, come abbiamo fatto in altri momenti della nostra storia, con la passione e l’orgoglio dell’antica cultura e civiltà contadina. Viva la Basilicata. Viva liberi e uguali.
Vincenzo Folino